Spring Summer 2014

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Mila Schon

domenica 10 marzo 2013

Ostriche sushi e raffreddore

Ma dove vanno i milanesi cool a fare l’aperitivo lungo? E per lungo non si intende certo quella specie di happy hour modello scrocco che si protrae fino a tarda notte tra una nocciolina e una pinta di birra, simil Radesky (apprezzato più che altro la domenica sera), piuttosto l’aperitivo eclettico, cioè capace di spostarsi in lungo e in largo, in su e in giù, a destra e sinistra per la stessa via, talvolta lo stesso stabile, fino a notte fonda. Un indirizzo? Via Manzoni. Un nome? Nobu. Un esempio fra tanti, mercoledì scorso. Siamo partiti con un salto al Conti per la serata della mia amica blogger e responsabile marketing di Play Boy Condom Celia Centonze, per poi finire di corsa in tre sotto un ombrello da Nobu per l’aperitivo bento al bancone. Da lì poi la cena al tavolo (tutto il piano basso è zona fumatori, a voi l’apprezzamento oppure no) a base di sushi, sashimi, tartare di salmone e ostriche con le sei salsine (mie, slurp). Nel frattempo Marco ha prenotato un tavolo giù all’Armani, che in gergo starebbe per “la discoteca”. Ma siccome era ancora presto abbiamo pensato di fare ancora un giretto al bancone, dove abbiamo rivisto e salutato Super Pippo, sono andata in bagno a disfarmi la coda e poi sono tornata a rifarmela, per poi tornarci dopo cinque minuti a sistemare il trucco... abbiamo fatto di tutto per ingannare il tempo ma, di fatto, continuava a restare ancora troppo presto. Se fosse stata primavera inoltrata non avrei certo disdegnato una passeggiata per negozi, ma visto il tempo da lupi siamo saliti sul primo taxi (primi, eravamo in 5, quindi due taxi) e siamo andati a cantare, pardòn “stonare”, al Patuscino. Una volta colto l’imbarazzo reciproco siamo tornati al palazzo Armani. Quasi quasi era meglio un caffè alla terrazza dell’ultimo piano su al Bamboo Bar. Inutile piangere sul latte di bamboo versato, tanto a quel punto era già l'ora di scendere al nostro tavolo. Per poi tornare al taxi due ore dopo bagnata come un pulcino, farmi venire l’influenza il giorno dopo, postare la mia faccia ammalata su Facebook, ricevere spudorati apprezzamenti e altri pseudo-complimenti meno piacevoli in e-mail (dico anche con quella faccia lì, allora siete voi quelli malati!) e appurare coralmente con varie amiche che il corteggiamento virtuale è sempre una grande boiata: chissà perché gli stessi uomini che su Facebook ti dicono che sei bellissima, fantastica, meravigliosa... faccia a faccia non hanno nemmeno il coraggio di offrirti un caffè…

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