Ieri sera a Milano si è svolto l’evento più esclusivo degli ultimi mesi, il riservatissimo party d’apertura della mostra fotografica “The little black jacket” di Karl Lagerfeld, direttore artistico della maison Chanel. In posa (nel più classico b/n) tantissimi volti noti del cinema, delle arti, della musica e dello spettacolo internazionale. Tutti con giacchina nera di lana bouclée. Anche gli ospiti. In un certo senso sembrava di essere a un vernissage newyorkese.
Evento naturalmente organizzato da Vogue Italia, insieme all’ufficio stampa Chanel. Potete chiaramente immaginare con quale facilità si potessero ottenere gli accrediti alla press light dinner (oddio che buono quel risottino giallo alla milanese!!!)…
Ma io, quindi, c’ero! Grazie a mia sorella Monica, di cui ho
già più volte reso note le capacità relazionali (incontrerebbe amici storici
che non vede da anni anche in un deserto sperduto dell’Africa Nera).
Mi sono mancati un po’ i miei amici di “avventure”, lo ammetto, ma ho rivisto volentieri molti colleghi giornalisti e tante altre persone conosciute tempo fa che non incontravo da tempo. Tra le tante mi hanno colpito la solita dolcezza e sobrietà di Martina Colombari, con la quale abbiamo parlato a lungo della Fondazione Francesca Rava NPH Onlus.
Hanno aperto due scuole e risistemato l’ospedale di Saint
Damien, ad Haiti.
“Passata la grande emergenza – ha detto Martina con gli
occhi lucidi – la gente si dimentica”, motivo per cui le ho promesso che da
parte mia farò quello che posso per continuare a parlarne.
Il light dinner con varie bontà a passeggio si è concluso
tra lampi e fulmini, fuori una pioggia torrenziale, verso le dieci e mezza.
Subito dopo tutti in fila, una fila lunga come il Niger, ci siamo spostati
nella sala Disco, in attesa di “Karl” che è arrivato con due ore di ritardo da
vera star, naturalmente con la sua coda di cavallo bianca bianca e gli occhiali
scuri!
Me ne sono innamorata a prima vista, vi dispiace?
Al terzo, quarto, okay forse quinto spumantino mio malgrado ho
dovuto abbandonare il campo e tornare a casa(dopo due ore di coda al
bagno, fuori, nel prefabbricato, e poi al guardaroba, e poi per il taxi!).
Lunga la strada, accanto all’uscita, ho rallentato un secondo per guardare di
nuovo la foto di Sarah Jessika Parker e immortalarla con il mio IPhone. E devo
dire che ci sta anche bene…
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